In una delle estati più (grazie al cielo) piene di musica degli ultimi anni, anche le piccole città hanno voluto esserci.
E così, la giovane associazione “Amo Voghera” ha portato nell’omonima cittadina della provincia di Pavia una delle band storiche della musica italiana: i Matia Bazar.
L’Associazione, con il patrocinio del comune, ha regalato a tutti i vogheresi (e non solo) un concerto gratuito che sembra essere solo il primo atto di un progetto più vasto.
Ad aprire la serata tre artisti molto giovani. A rompere il ghiaccio, in una piazza Duomo abbastanza gremita, Tredinotte (“poeta maledetto e benedetto in musica”, come si definisce sulla sua pagina Instagram). Un album all’attivo e un singolo, Inferno, in uscita il 29/9.
A seguire Full Meth, giovanissimo rapper milanese, con un album uscito il 23/6 (“Hit the road jack”, come l’omonimo brano di Ray Charles) e un nuovo singolo in uscita il 15/9.
A chiudere lo spazio dedicato ai giovani, Manuel Meroni e la sua band, con il loro rock reinterpretato in chiave moderna. Due brani già editi (“Se morissi stanotte” e “Briciole”) e un album in lavorazione.
Arriva poi il momento più atteso, quello dei Matia Bazar. Una formazione in continua evoluzione che vede come unico membro della band originale Fabio Perversi, tastierista da 25 anni, insieme a Gino Zandonà alle chitarre, Silvio Melloni al basso, Luna Dragonieri alla voce e Lallo Tanzi alla batteria. Quest’ultimo, per una sera, “profeta in patria”, in quanto vogherese Doc.
La voce di Silvia Dragonieri, nome d’arte Luna, è impressionante. Non fa per nulla rimpiangere le vecchie voci dei Matia Bazar.
Anche durante l’esecuzione dei loro brani più celebri come Ti sento e Vacanze romane, regge alla perfezione. Considerando il fatto che, dall’ingresso di Luna, la band ha riportato tutti i brani alla tonalità originale cantata dalla voce sublime di Antonella Ruggiero…chapeau!
Due ore di musica, per ridare vita ad una città che troppo spesso è stata considerata solo un “dormitorio” (visti i tantissimi pendolari che lavorano a Milano).
Con la speranza che sia, realmente, soltanto il primo di una serie di eventi.