Una serata di parole e musica, in quella dimensione che porta a conoscere un artista sotto una luce diversa. Questa è stata la seconda delle tre serate di punta della 28esima edizione de L’Isola in Collina.

Protagonista, anzi, protagonisti Enrico Ruggeri e Massimo Cotto. Perché proprio la conduzione magistrale della serata da parte di Cotto, ha permesso al pubblico di conoscere un Enrico Ruggeri diverso.
L’amicizia tra i due, evidente nei tanti racconti emersi durante la serata, ha fatto sì che non fosse una semplice intervista, ma una vera chiacchierata tra amici.

Tantissimi gli aneddoti (soprattutto quelli divertenti) raccontati da Enrico (su “imbeccate” di Cotto).
Come quello sulla tournée in Francia, insieme a Tozzi e Morandi, dopo la vittoria a Sanremo con “Si può dare di più” (1987). All’epoca, racconta Ruggeri, l’unico famoso del trio, in suolo francese, era Umberto Tozzi. A tal punto che, proprio in occasione di una loro esibizione, sulle porte dei 2 camerini a loro assegnati trovarono le scritte “Umberto Tozzi” da una parte e “Tozzi musiciens”.
Ma anche racconti dei suoi esordi come solista, dopo l’esperienza e i successi con i Decibel. Come quel concerto in Sardegna saltato per via del numero di paganti: zero.
In questa lunga chiacchierata, intervallata da momenti di musica, con l’esecuzione dei più grandi successi dell’artista milanese (accompagnato al piano da Francesco Luppi), il pubblico ha potuto conoscere più a fondo uno degli autori e cantanti italiani più apprezzati.
Spazio anche per i brani più riflessivi di Ruggeri, come le sue canzoni sulla guerra. O meglio, come lui stesso ha specificato, “non sulla guerra, ma su persone che vivono la guerra”: Lettera dal fronte e Primavera a Sarajevo.
Intenso anche il tributo a Lou Reed, con la sua interpretazione di “Perfect day”.
Un Ruggeri sempre coinvolgente, anche in questa versione acustica, ed anche un Ruggeri “a cuore aperto”.
A chiudere il concerto non potevano che essere due tra i suoi pezzi più amati: Mistero (riarrangiata in chiave acustica) e Contessa.

Al termine del concerto abbiamo avuto modo di fargli qualche domanda.
D: “Enrico, la scorsa volta ci siamo incontrati al tuo concerto ad Olevano Lomellina. Ad aprire la serata c’era un giovane cantautore, Malavoglia. [leggi l’articolo QUI ] La musica è cambiata tanto in questi anni, quindi loro si trovano a muoversi in un mondo diverso. Te la sentiresti di dare un consiglio a questi ragazzi?”
R: “Personalità, molta personalità, cercare di non assomigliare a nessuno, e decidere se vuoi passare alla storia o passare alla cassa”
D: “Credi che i nuovi sistemi (social, piattaforme digitali…) li aiutino oppure no?”
R: “No. Direi decisamente di no, visti i risultati.”
D: “Una provocazione. C’è chi associa la musica trap al punk (persino David Grohl dei Foo Fighters). Ti prego, di’ qualcosa tu…”
R: “Va beh, è come paragonare la Nutella…e quell’altra cosa là!”
Non ci siamo lasciati scappare nemmeno la ghiotta occasione di scambiare due chiacchiere con il bravissimo Massimo Cotto, al quale abbiamo chiesto un consiglio: