Se voleva far parlare di sé, al suo esordio a Sanremo, la giovane cantante spagnola ci è riuscita. Senza ombra di dubbio.
Basta fare un giro su un social qualunque per trovare il suo nome. Non tanto per la qualità del brano o la sua bravura nell’esibizione.
Ma per una “certa” somiglianza tra il suo brano e uno dei capolavori della musica italiana.
Sono tanti infatti ad aver notato quanto “Duocentomila ore”, questo il titolo del suo brano, richiami, sopratutto nel ritornello, quel pezzone che è “Amandoti”, dei CCCP, forse più conosciuto ancora nella sua versione cantata da Gianna Nannini (“Amami Ancora”).
E pensare che anche lo scorso anno avevamo sentito una versione di questo brano meraviglioso sul palco di Sanremo. Ma come tributo dichiarato. Durante la serata delle cover erano stati infatti i Maneskin ad esibirsi su questo brano, con l’aiuto e la complicità di Manuel Agnelli. Regalandoci un’esibizione interessante e sicuramente sexy (almeno per chi sta scrivendo).
Ana Mena ha invece deciso (più che lei, l’autore del suo brano, Rocco Hunt) di mischiare un po’ le carte, aggiungendo, forse un po’ a casaccio, richiami all’estate (con un Cuba libre forse la canzone andrebbe giù meglio in effetti) e quel tocco di pop neo melodico che non guasta mai.
Se volete farvi una vostra idea, provate ad ascoltare qui: