Tempus fugit…e mai come in questa ricorrenza è il caso di dirlo. Per festeggiare i 25 anni dalla pubblicazione del loro album “Belli e Dannati”, i Rats hanno annunciato due concerti come regalo per i loro fan storici.
E la prima di queste due feste non poteva che essere al Vox di Nonantola (Mo), “casa” dei Rats, il 22 Novembre. La seconda sarà il 24 Novembre a Villanova Pulsano (Ta).
Wilko(voce e chitarre), Lor(batteria) e Romi(basso) sono pronti a far rivivere ai loro fan un tuffo negli anni 90 e in quel sano rock italiano, che tanto ci manca.
Per questa importante occasione, abbiamo fatto due chiacchiere con Wilko, frontman della band:
D – Una ricorrenza davvero speciale. Cos’è cambiato in questi 25 anni per i Rats?
R – I Rats non sono più una band che lavora e produce musica con una certa frequenza e regolarità. Le strade e le scelte intraprese individualmente alla fine degli anni ‘90 ci hanno portato a disgregarci ma mai ad uno scioglimento definitivo. Il filo che ha continuato a tenerci legati durante tutto questo tempo ha fatto sì che ci ritrovassimo per continuare un discorso, appunto, mai concluso. Solo, con modalità e obiettivi diversi da prima. Diciamo che è diventato un bel modo per suggellare una grandissima amicizia.
D – Il rock ha sempre trovato ispirazione nella rivolta, nella rabbia contro un sistema sbagliato. In questi anni, di rabbia e scontri ne subiamo parecchi. Non sarebbe il terreno adatto per una rinascita del rock?
R – Credo che sia quello che sta già succedendo. Vedi fenomeni internazionali come Greta Van Fleet e Dirty Honey. Il minimalismo musicale e il disimpegno lirico (seppur, in certi casi, stilisticamente davvero apprezzabile) di chi ha spadroneggiato nelle classifiche in questi ultimi anni, avranno fine con la maturazione della generazione che consuma questi prodotti. Non è né una critica né una lamentela da parte di un attempato autore di canzoni. È una semplice presa d’atto. D’altra parte, la musica rispecchia i tempi in cui viene prodotta. Oggi ci si guarda meno intorno e meno dentro, siamo più narcisisti, individualisti ed esibizionisti. Siamo quello che esprimono i selfie. Credo però che, parte della generazione Z e quasi tutta la generazione Y, tornerà ad avere uno sguardo più profondo sul mondo.
D – Cos’è successo alla musica italiana?
R – La risposta è brevissima. Quello che è successo all’Italia.
D – Avete in progetto un tour che celebri i 25 anni di Belli e Dannati?
R – No. Saranno solo due date. Quella al VOX di Nonantola, che possiamo considerare casa nostra fin dagli esordi e il concerto di Taranto. Poi, si torna in letargo.
D – Possiamo sperare, dopo “Siete in attesa di essere collegati con l’inferno desiderato”, in un nuovo album?
R – Non saprei. Tutto quello che abbiamo fatto dopo la reunion del 2008 è frutto di guizzi estemporanei e fortemente umorali. Quindi, potrei rispondere con un sì o con un no dando ad entrambe le risposte la stessa percentuale di attendibilità. Però, in questo periodo, potrei rimettermi a scrivere qualcosa. I motivi, ci sarebbero.
E noi ci speriamo…
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