In una moderna location all’interno dell’Auditorium, Giuseppe Anastasi, musicista, cantante, paroliere di molti artisti tra cui Arisa, Noemi, Michele Bravi, Emma, Mogol…, ci presenta il suo primo lavoro “Canzoni ravvicinate del vecchio tipo” un’ album composto da undici pezzi, che Anastasi ha dedicato al figlio e alla sua famiglia. L’esibizione dell’artista è accompagnata da ottimi musicisti: Valter Sacripanti
(Batteria), Antonio Lusi (Basso), Massimo Satta (Chitarre), Cristian Pratofiorito – (Piano & Tastiere).
Un disco acustico che spazia tra amore, vita quotidiana, problemi quotidiani e famiglia.
Si comincia con “2089” che è anche il primo singolo estratto, brano d’impatto uno specchio della società di oggi attaccata al cellulare…con la speranza di un ritorno alla familiarità dei valori persi.
Si prosegue con “Giuseppe”, parla di un rapporto finito, “La sindrome di Candy Candy” per
proseguire “Carta da parati” e il sapore del mare e della sabbia con “Salsedine” cantate in duetto con la moglie Carlotta. Decisamente più’ rock il brano “ Nella rete”. Brani molto profondi “L'aldiqua” e bellissima “Ricominciare” affronta il tema attualissimo di chi perde il lavoro in tarda età.
Si arriva al primo ospite della serata Noemi con la quale l’artista ha collaborato anche nell’ultimo cd della cantante “La luna” regalandole una splendida ballad blues: “Attrazione”. In rapida successione ascoltiamo , “ Lo specchio” e la divertente “ Quando passa Maria” , il secondo ospite della serata è Arisa, molti suoi brani sono stati scritti da Anastasi, duettano insieme in “Sincerità”, canzone di
esordio di Arisa che le valse la prima posizione tra le “Nuove proposte” al Festival di Sanremo.
Ascoltiamo ancora insieme ”La notte” bellissima la voce di Arisa. La serata prosegue con altri brani noti, scritti dal cantautore per Arisa “ Controvento” (vittoria a Sanremo 2014) e “ Guardando al cielo”.
Arriviamo al “Bis”, sentito ed acclamato dal pubblico, Anastasi non lascia proprio il palco.
Arriva “Trinacria” una canzone in dialetto siciliano, sua terra d’origine, è poi il momento dell’allegra e spensierata” A zonzo” per finire con la toccante ”Pace”, al termine però l’artista riprende da dove aveva iniziato e ripropone “2089”.
Bella sorpresa, tra poesia musica e testi ben costruiti un grande risultato per Anastasi. Da scoprire.
GIUSEPPE ANASTASI LIVE A ROMA – La nostra recensione
